Come diventare infermiere
La figura dell’infermiere con gli anni è diventata sempre più importante e più professionale, ma come per il mestiere del medico la sola laurea non basta. Serve invece un costante aggiornamento per rimanere al passo con le tecniche e con gli strumenti in supporto dei pazienti che sono la sua occupazione quotidiana.
Infermiere, quasi sono i passi per diventarlo
Cominciamo ad esaminare quali sono i passaggi per diventare infermiere. Dal 2006 per legge questo lavoro può essere svolto soltanto da personale in possesso di una laurea specialistica regolarmente ottenuta in una facoltà riconosciuta dallo stato. Un titolo universitario che vale ovviamente in tutte le regioni italiane e che abilita alla professione, ma deve obbligatoriamente essere seguito dall’iscrizione all’apposito Albo professionale.
Quello in Infermieristica o Scienze Infermieristiche è un corso di laurea breve, triennale e attualmente anche a numero chiuso con accesso programmato e quindi si deve superare il test di ingresso. In particolare per il 2019 il Ministero dell’Istruzione e Università la prova di ammissione ai corsi di laurea si dovrebbe tenere l’11 settembre (ma per le Università private la data potrebbe anche essere diversa perché rimane a loro discrezione).
Una volta conseguita la laurea breve, abbiamo diverse opzioni, la prima è il master di specializzazione di primo o secondo livello, che ci guiderà alla professione di coordinatore infermieristico, la seconda scelta è la laurea magistrale che grazie alla quale si potrà diventare dirigenti infermieristici e infine il dottorato di ricerca.
Nei tre anni di corso della laurea breve ci saranno molte lezioni teoriche (con obbligo di frequenza) che comprendono diverse materie specifiche come scienze infermieristiche, scienze umane, farmacologia, biochimica e biomedicina oltre all’inglese scientifico. Al termine dei tre anni ci sarà un esame finale con la discussione della tesi.
Ottenuta la laurea, l’ultimo passaggio è quello del tirocinio. Una fase fondamentale perché si passa dalla teoria alla pratica, con l’affiancamento ad uno o più tutor che operano sul campo, quindi direttamente in reparto, per entrare veramente nel clima di quello che sarà poi il lavoro vero.
Come diventare infermiere: Possibilità di lavoro e stipendio per un infermiere
Quali sono le strade che può prendere un infermiere abilitato alla professione? Il classico sbocco è quello negli enti pubblici, come Aziende Ospedaliere, Asl, o case di cura e di ricovero ma anche anche negli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). Allo stesso modo anche in enti e strutture private, cliniche specialistiche, ambulatori, case di riposo e altro. Infine però l’infermiere può lavorare come libero professionista negli studi medici, negli ambulatori infermieristici oppure presso cooperative.
La grande differenza che troviamo tra enti pubblici e cliniche private è che nel primo bisogno partecipare a un concorso pubblico mentre nel secondo caso normalmente si entra in seguito ad un colloquio. Sia nel pubblico che nel privato, comunque, sono molti i campi di azione degli infermieri professionali: in rianimazione e pronto soccorso, in sala operatoria, in medicina e chirurgia, nelle aree specialistiche come oncologia o pediatria, assistenza domiciliare. Fondamentale in tutto questo sarà il rapporto con i medici, dei quali deve essere il primo assistente e collaboratore.
Lo stipendio dell’infermiere varia a seconda della sua assunzione nel settore pubblico e in quello privato. A far fede per tutti è il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della categoria che funziona ovunque.
Secondo gli ultimi dati aggiornati, in una struttura pubblica gli infermieri partono da una base poco inferiore ai 1800 lordi al mese, una cifra che sale in base all’anzianità di servizio, ai turni notturni e festivi e alla posizione nelle gerarchie ospedaliere ricoperta. Nelle strutture provate invece, a seconda del tipo di contratto e delle ore da coprire, può partire da circa 1400 euro al mese